giovedì 24 dicembre 2015

IL VESCOVO MONS. GERARDO ANTONAZZO INCONTRA I RAGAZZI DEL “VARRONE”

CASSINO, 18 DICEMBRE 2015

Quanto conta la tua scelta?... Sono queste le parole che da ieri riempiono la mente e il cuore di noi studenti del “Varrone”, da quando, cioè, mons. Gerardo Antonazzo ci ha raggiunti a scuola per parlarci di Cristo. 

Seconda assemblea d’istituto dell’anno. Siamo in auditorium: la discussione sulle dinamiche scolastiche è interessante, ma Natale si avvicina e siamo tutti desiderosi di vacanze, l’attenzione non è al massimo, l’aria di festa ci elettrizza e ci distrae… E tra poco arriverà il Vescovo: sarà anche l’emozione di incontrare da vicino un uomo di Dio a renderci euforici, in un momento in cui dichiarare e testimoniare la propria fede non è né comodo né facile.

La benedizione del vescovo prima dell'incontro con gli studenti
Un improvviso tramestio nell’atrio ci avverte che il Vescovo è qui. Ci alziamo tutti in piedi per accoglierlo degnamente… ed eccolo che entra: sorride, saluta, tende la mano… Sembra davvero un padre lieto di rivedere i suoi figli! Alcuni ragazzi del triennio intonano magistralmente il gospel “Happy day” e mons. Antonazzo partecipa con trasporto al canto, battendo le mani a ritmo insieme a noi.


È davvero un’icona di semplicità e simpatia, in pieno stile francescano! Qualcuno recita una poesia, qualcun altro suona il suo strumento musicale: ciascuno vuole rendere omaggio al Vescovo, che, dal canto suo, si commuove e apprezza il dono dei nostri talenti personali.
Poi avviene l’incontro: attraverso le sue parole di fede forte, chiara, sicura, sentiamo realmente accanto a noi la presenza del Cristo fatto uomo. È questo il vero significato del Natale, la sua essenza più profonda: Dio si è fatto come noi per farci come Lui, si è fatto Figlio affinché noi potessimo essere perfetti come il Padre. Ci ha mostrato il suo volto misericordioso e ci ha insegnato la forza del perdono: è un Dio che non resta mai uguale a se stesso, ma cambia con noi e per noi. 


L'abbraccio con Francesco, uno dei "musicisti"
Allo stesso modo ogni Natale è diverso da quello già passato e da quello che verrà, perché ogni volta Cristo rinasce a vita nuova nel cuore di ciascuno di noi. E non solo il 25 dicembre, ma in ogni momento della nostra esistenza! Che senso avrebbe, infatti, ricordarsi di Cristo un solo giorno all’anno? …O è Natale tutti i giorni o non è Natale mai! In questo modo lo spirito natalizio non si limita a un superficiale consumismo, ma diviene denso e speciale per ognuno di noi.  E tuttavia luci colorate e festoni scintillanti ci distraggono dalla Luce vera che brilla nelle tenebre… E continuiamo a non vederla, a non accoglierla, a chiudere le porte a Cristo, come l’oste di Betlemme duemila anni fa.

Ma Dio è paziente e sa attendere, sa che prima o poi apriremo gli occhi e per questo continua a mostrarci la via della felicità già su questa terra, in questa vita! Perché Lui vuole che i suoi figli siano felici! E allora… quanto conta la nostra scelta? Molto, perché siamo noi che dobbiamo scegliere di seguire quella via, che non sarà sempre larga, diritta e ben lastricata, che spesso, anzi, sarà tortuosa e accidentata, ma di certo ci condurrà alla meta sicura.

Il "selfie" del vescovo con Fabio (rappresentante degli studenti), la prof. Giannitelli (che ha curato l'incontro) e gli altri protagonisti dell'evento
Quanto contano le nostre scelte, allora? Tanto, perché da esse dipende spesso anche la felicità altrui, anzi, possiamo affermare con certezza che non esiste vera felicità se non condivisa! La lingua parlata, la religione praticata, il colore della pelle… tutto diventa motivo di crescita e di arricchimento interiore se nel cuore regna la misericordia, necessaria premessa affinché la Terra diventi a sua volta il regno della pace e della giustizia. 

Il vescovo con la preside de Vincenzo, i rappresentanti d'Istituto  e le proff. Giannitellie  e Massaro
È davvero interessante ascoltare quest’uomo: sa catturare le nostre menti, le nostre anime e sa farci provare emozioni profonde con le sue parole ricche di significato… Ma noi scalpitiamo, vogliamo conoscere, imparare la vita e siamo già lì sul palco in dieci o quindici a fargli domande… È sicuro che siamo destinati alla felicità? Lei l’ha trovata la strada giusta? Come si fa sentire la vocazione? Qual è il vero significato della parola amare?... Quanti dubbi, quante incertezze, quanta sete di verità! E per tutti il Vescovo ha una parola, un ammonimento, un consiglio prezioso. Faremo tesoro di quel che ci ha insegnato: anche il nostro futuro sarà frutto della scelta personale di ciascuno, per cui dovremo percorrere la nostra strada senza lasciarci condizionare dagli altri, trovando il giusto percorso che Dio riserva a ognuno di noi.


Buon Natale, dunque, Merry Christmas, Joyeux Noel, Fröhliche Weihnachten, Feliz Navidad… e che tutte le lingue del mondo si uniscano nell’unica lingua universale: l’amore.



                                                                                       Classi I ASU, I BSU, I CArt.
                                                                                    (con la preziosa collaborazione
                                                                                     della prof. Rossana Margiotta)
 































giovedì 3 dicembre 2015

Redazione "Varrone": LA DEPRESSIONE. Il guerriero perduto e lo sciamano...

Redazione "Varrone": LA DEPRESSIONE. Il guerriero perduto e lo sciamano...: Presentazione del libro del prof. Ettore Pasculli Lunedì 30 novembre, alle ore 10.30 presso l’Università degli studi Lettere e Filosofia di...

LA DEPRESSIONE. Il guerriero perduto e lo sciamano scomparso

Presentazione del libro del prof. Ettore Pasculli
Lunedì 30 novembre, alle ore 10.30 presso l’Università degli studi Lettere e Filosofia di Cassino, ha avuto luogo la presentazione del libro:  “La depressione. Il guerriero perduto e lo sciamano scomparso” di Ettore Pasculli, psichiatra, psicoterapeuta e docente alla facoltà di medicina della Sapienza di Roma.  Noi della classe V a del Liceo delle Scienze Umane (Istituto Magistrale “Varrone” di Cassino) abbiamo partecipato a questo evento, accompagnati dal prof. Roberto Folcarelli,  perché alcune tematiche (soprattutto a carattere antropologico) fanno parte del nostro percorso di studio.

Il prof. Ettore Pasculli e la dott.ssa Alessandra Zanon

Oltre all’autore sono intervenuti al dibattito il Dottor Giovanni De Vita, la dott.ssa Pamela Papetti,  la dott.ssa Gioia Marzi, la dott.ssa Alessandra Zanon e il dottor Simone Nifesi, alla presenza di molti studenti universitari, oltre tante altre persone interessate.
Nel suo libro, il Professor Pasculli affronta il tema della salute “mentale”individuale, con il problema della malinconia, ovvero una sindrome affettiva caratterizzata da una tristezza morbosa che paralizza l’azione. Ma in questo libro, non è una intesa soltanto come malattia, ma anche come stato d’animo ed emozione.

La "delegazione" del Liceo delle Scienze Umane"


“Quella bella melancolia che mi faceva scrivere”;  attraverso questa frase del celebre poeta Giacomo Leopardi, Pasculli vuole darci una nuova visione innovativa per quanto riguarda la depressione, vista sempre in modo negativo, un cancro, una prigione, una “lottatrice di sumo accucciata al petto”. Invece, può essere considerata anche come un’energia che spinge ad agire, a reagire, a cambiare ciò che non funziona.



Una fase del dibattito con l'intervento della dott.ssa Papetti


Infatti,  l’autore ha evidenziato in  essa degli aspetti positivi: “la depressione è un nuovo modo di sperimentare (di soffrire, ma anche di godersi il mondo), di vivere e di scoprire il mondo; la depressione è opportunità. Inoltre può essere il punto di partenza per cambiare il modo di vivere; ne è esempio concreto il film vincitore dell’Oscar, <<La grande bellezza>> di Sorrentino. Dunque, la melancolia possiamo anche definirla un inno alla vita”.

Van Gogh "Ritratto del dottor Gaceth" e "vecchio disperato"


“La depressione. Il guerriero perduto e lo sciamano scomparso” è un libro fondato tra fusioni di mito, cultura, scienza e storia. Perché la scelta del mito tra circostanze reali? Perché il mito ci permette di superare il nostro dramma, il nostro pensiero negativo sulla morte, andare al di là dei limiti imposti dalla realtà.
Un altro elemento citato da Pasculli è la dimensione femminile: “un labirinto che invita l’uomo ad entrare per metterlo alla prova”. Ancora una volta l’autore fa riferimento al mito per spiegare una realtà complessa, l’uomo che si sente superiore alla donna, ma senza le donne non è nulla: “non vince se non aiutato da una figura femminile”.

La "Grande Madre"


Di grande spessore gli interventi degli altri relatori. In particolare, il prof. De Vita si è soffermato sulle dimensioni antropologiche rintracciabili nel testo presentato e sulle numerose suggestioni che ne risultano. Una sorta di invito a cogliere la complessità delle vicende umane alla luce di una cultura che riesca a spaziare anche nelle oscure pieghe di tante situazioni esistenziali, non sempre “ordinarie” o consuete.


L'intervento del prof. Giovanni De Vita, curatore della presentazione

Per noi studentesse del Liceo delle Scienze Umane è stato un incontro molto importante, ricco innanzitutto di cultura e anche di motivazioni, comunque fondamentale perché la presentazione del libro ha toccato tanti settori del sapere che riguardano fortemente i nostri studi (dalla psicologia all’antropologia, dalla pedagogia alla sociologia). Un’importante occasione per accrescere le nostre conoscenze e per iniziare a proiettarci nel mondo universitario.


Ilaria Nittolo e Ilaria Tersigni
Classe V A 
Liceo delle Scienze Umane
IMS "Varrone"