venerdì 1 gennaio 2016

VOLEVO FARE LA MAESTRA

Spesso non sappiamo dove iniziano i nostri sogni, ma sappiamo dove si interrompono. 
Il mio sogno si infranse l'estate in cui terminai la terza media, e mio padre decise che il mio percorso scolastico sarebbe terminato lì. Premetto che questa decisione non venne presa per mancanza di mezzi per sostenermi agli studi, ma per paura.
Sembra strano, ma fu così.






Lui, mio padre, l'uomo più importante della mia vita, mi aveva seguita con una costanza ammirevole, insegnandomi a leggere e scrivere. Ogni giorno veniva a prendermi a scuola, non mancava ad un solo colloquio scolastico, ed era sempre presente a tutte le recite. Ma, come tutti i genitori, aveva le sue paure: terminata la terza media, il fatto che io dovessi uscire fuori dal piccolo paese, frequentare una scuola lontana dove non poteva più vigilare sulla mia persona, per lui era insopportabile; probabilmente la riteneva una responsabilità che non riusciva ad assolvere.
Sperai da giugno a settembre in un suo ripensamento, ma nulla cambiò. 
Mi fece fare diversi corsi di taglio e cucito, e anche un corso di dattilografia. Devo dire che negli anni successivi, e ancora oggi, ho sempre portato avanti il lavoro sartoriale, riuscendomi ad adattare e a superare tante difficoltà.
A vent'anni mi sposai e a venticinque anni ero già mamma di tre figli. Il mio compito di madre è stato passionale, ho amato e messo i miei figli sempre al primo posto nella scala delle priorità, del resto come quasi tutte le madri.




Ho cresciuto in seguito i miei figli con la stessa dedizione e l’interesse con cui lo aveva fatto mio padre, cercando solo di non ripeterne gli errori e i limiti.
Ma i figli crescono, gli affetti vanno a mancare e lasciano un gran vuoto, però i sogni ritornano sempre al destinatario, il quale ne è stato anche il mittente. Così, qualche anno fa mi iscrissi, anche dietro  suggerimento dei miei figli, ad un istituto tecnico serale, l’unica possibilità di poter conciliare lo studio con i miei impegni familiari.
Ma mi accorsi presto che non era quella la scuola dei miei sogni. I corsi si svolgevano nel pomeriggio, con “studenti” motivati soprattutto a prendere il cosiddetto “pezzo di carta” e, per di più, con materie per me poco congeniali.


A Sx la prof. Molle che "interroga" Assunta
Io amo la letteratura, la filosofia, la pedagogia. Ricordo ancora gli struggenti versi di Ungaretti, la malinconia di Gabriele D'Annunzio, di quando in classe alle medie trovavo i versi di Ungaretti troppo forti per la mia sensibilità. Ma non per questo li ho rimossi, anzi sono quelli che non ho mai dimenticato. 
Così, lo scorso settembre, ho chiesto il nulla osta per trasferirmi al Magistrale, l'attuale Liceo “Varrone” di Cassino. Dopo qualche giorno sono entrata a far parte del V A SEC (liceo delle Scienze Umane, opzione Economico-sociale) del corso diurno.
Per me è stato uno dei giorni più belli della mia vita; quando sono entrata ho pensato che avevo atteso quel giorno per trentadue anni: ero felice!






Nonostante la stanchezza organizzativa scolastica e familiare, entro ogni giorno a scuola contenta di seguire le lezioni e di condividere con i miei compagni di classe, perlopiù diciottenni, opinioni e progetti.
Se Ungaretti vicino alla morte rivalutò la grandiosità della vita, noi dovremmo valutare la bellezza della conoscenza ogni giorno. E se Leopardi nel suo pensiero pessimistico dice che l'uomo fa parte di un meccanismo cosmico, e quindi la felicità e il piacere sono difficili da raggiungere, noi quanto meno ci dobbiamo provare.






Di sicuro nei cassetti della nostra anima qualcosa che ci può rendere felici c'è sempre.
Ah, dimenticavo,  sono nata in un freddo giorno di gennaio e correva l'anno 1969… Poiché siamo nell'era tecnologica vorrei mandare un messaggio a tutti, giovani e adulti: se la felicità si dimentica di noi, abbiamo il dovere di andare a cercarla, poiché la vita è il dono più bello che si possa ricevere ed è un peccato sprecarla.



                                                                   
     Assunta Vanigioli

Classe V A
Liceo delle Scienze Umane
opzione Economico-Sociale