martedì 9 febbraio 2016

LE NUOVE POVERTÀ: LA VITA, NIENT'ALTRO

Hanno perso tutto; le loro vite sono oscure, come una notte senza stelle. Hanno perso tutto; la loro quotidianità ,un tempo biasimata, ora rimpianta. Hanno perso tutto; la loro spensieratezza, la convinzione che alla fine capita sempre agli altri. Ma le vittime da sacrificare sull'altare della povertà sono state loro: i nuovi poveri. Le luci sfavillanti dell'Albero della Vita coprono le necessità e i bisogni dei nuovi poveri; ma nel dopo Expo è ancora più evidente che non possiamo restare impassibili di fronte alla drammaticità di queste vite. 

Vincent Van Gogh
Una importante azione di aiuto verso coloro che vivono queste drammatiche condizioni è svolta dalle numerose associazioni che donano loro un supporto .Ad esempio, il Banco Alimentare recupera eccedenze alimentari e le ridistribuisce gratuitamente ad associazioni caritative che svolgono una attività di assistenza verso gli indigenti. Di fronte alla tragicità di queste vite sospese non si può non notare che un gran numero di poveri è costituito dai minori. Si apre, in questo modo, un nuovo problema: l'esclusione sociale. Molte volte questi giovani sono tenuti fuori dalla società, non è riconosciuto loro il diritto o la possibilità di far parte di un gruppo, di godere di una prerogativa; sono estromessi dal sociale e, attraverso la logica irrazionale dell'abitudine all'omologazione del pensiero, non considerati idonei di fronte a coloro che sono stati più fortunati. 

Questo processo multidimensionale di allontanamento impedisce loro la piena partecipazione alla loro stessa comunità. Il poeta Inglese W.H.Auden affermava: "La fame non lascia altre scelte:amarsi gli uni con gli altri oppure morire".
Per comprendere a fondo il significato intrinseco di questa frase e, dunque, per immergersi a pieno nelle vite di queste persone, bisognerebbe partecipare alla loro quotidianità, recandosi in quello che è il punto di riferimento dei diversi clochard, ovvero la mensa della Caritas. Si farebbe parte di un mondo in continuo movimento, in cui alcuni non avrebbero mai immaginato di doversi trovare. Da qui, dunque, possiamo affermare che quella della povertà, molto spesso, non è una condizione che si acquisisce dalla nascita, ma può presentarsi all'improvviso. 


Ci colpisce,la povertà, fredda e impassibile ,e ci trasporta nella sua irregolare normalità. Negli ultimi anni, soprattutto a causa della crisi economica e alla conseguente formazione di nette diseguaglianze tra i redditi, le vite di molte persone sono state turbate, e si sono venuti a creare vari tipi di povertà, con effetti gravi e spesso duraturi.
La parola "povertà"può avere varie accezioni, e il concetto stesso di povertà è di interpretazione incerta e dibattuta: si vengono, così ,a creare due principali tipi di povertà: quella relativa e quella assoluta .

Rosario Capuana
La povertà relativa è quella che negli ultimi anni si è maggiormente diffusa; ha causato, in coloro che sono stati coinvolti dalla sua violenza, una situazione di malessere e di disagio, determinato da profondi squilibri interiori e dalla mancata corrispondenza tra valori e stili di vita, sintomo e allo stesso tempo conseguenza di mutamenti organici e strutturali. La lotta alla povertà ai fini di ottenere una società più equa ed omogenea è un tema etico sempre più ricorrente. È necessario, dunque, attuare politiche economiche allo scopo di arginare questo fenomeno. Una importante e vigorosa azione in questo senso è svolta anche grazie alla diffusione dell'informazione, alla introduzione di Internet e, quindi, alla globalizzazione. 

Tutti questi elementi hanno contribuito ad una maggiore sensibilizzazione della società civile, che si è resa conto che non possiamo più fare finta di niente, non possiamo più permettere che quello della povertà diventi un fenomeno circoscritto ed isolato. La povertà ci ricorda che gli altri siamo noi. È entrata nelle nostre strade, nei nostri occhi, nelle nostre vite, in maniera così eclatante. Ha distrutto la nostra illusione di benessere. Non siamo nati per vivere questo, ma bisogna scegliere di vivere. È la sola risposta possibile.



Andrea Santo – V A

Liceo Linguistico 
 IMS “Varrone” – Cassino

lunedì 8 febbraio 2016

LETTERA APERTA AD UNA MENTE CHIUSA

Caro lettore,
Ti starai chiedendo come mai un ragazzo così giovane abbia tempo ed inchiostro da sprecare per te, invece che studiare oppure interessarsi alle frivole tematiche proprie di quest’età.
Ti risponderò senza preamboli o lunghe introduzione ornate da belle parole, ti risponderò e non solo cercherò in tutti i modi, e chissà se ci riuscirò, di afferrarti metaforicamente per il collo e darti tanti metaforici schiaffi in faccia.

Vladmir Kush

Perché parlo a te, uomo dalla mente costipata, parlo a te con il sangue negli occhi carichi di rabbia, perché sono impulsivo e vedere il tuo arbitrario agire nelle vite degli altri come se avessi, tu e solamente tu, il monopolio dell’agire umano accresce quel funesto e rabbioso fuoco di disgusto che arde in me.
Tu che con le tue filosofie di vita giudichi e conduci l’uomo, lo manipoli e lo muovi come il più abile maestro di scacchi muove le sue pedine, lo fai per i tuoi interessi o per gli interessi di chi si lascia muovere dalle tue labbra, e come una madre partorisci dalle tue idee un esercito di ben pensanti, giudici delle nostre vite e del nostro avvenire, giudici che direttamente ed indirettamente limitano e condizionano il nostro essere, opprimendo il diritto della libertà che non ci appartiene più e mai tornerà.



Legislatori con idee altrui basate sulla noncuranza ed una profonda negligenza del tutto, tralasciando  tutte le sfumature che compongo il mondo e considerando di esso solamente i colori primari, privati della loro mutevole e sconfinata essenza che ne rappresenta il reale sentimento di libertà, o forse un’ipotetica sbagliata metafora di quello che sbagliati preconcetti e stereotipi possono creare nell’immaginario collettivo.
Faccio oramai parte di un mondo dove la conoscenza è diventata un inutile ed ingombrante peso, dove l’agire si basa unicamente sul “LUI dice così” come se quel LUI conoscesse la sconfinata realtà del mondo, dove chi giudica e chi fa le leggi considera gli umani come macchine corrotte tutte dal medesimo virus, non accorgendosi della miriade di errori di calcolo che noi umani possiamo commettere anche involontariamente.

Ma ahimè vivo qui, su questa terra sbagliata, un pianeta che ha dato vita al suo stesso nemico, un nemico che in modo improprio si erge sulla vetta più alta del mondo e rivendica la propria paternità sul tutto, non accorgendosi di essere solamente una misera formica in una scatola non più grande di lui, ed il tutto che sfugge al suo controllo, e l’incontrollabile tutto, dove la repressione delle anime diventa l’unica giustificazione della paura di essere piccoli e indifesi, proprio come delle piccole formiche, ma non trovo giustificazioni per la Bestia che siamo diventati.
Alberto Sordi
                                                                                                       Cordiali saluti,                                                                                                                                                            ATLAS


PS
Non esorto nessuno a considerare vere le mie parole, ma chiedo solamente di fermarsi un attimo a riflettere su di un pensiero o un idea che si sparge nella mente e che contagia altri cervelli e costruisce menti non più autonome ma sinergiche.
Ed il meccanismo oramai corrotto, considerabile alla stregua di un industrializzazione dei  pensieri  o produzione in serie di cervelli.
Non c’è più spirito di umanità, siamo condannati all’estinzione del nostro essere reali, imperfetti, difettosi, unici ed umani.




Nicola Botta
 CLASSE IVA 
Liceo delle Scienze Umane
IMS “Varrone di Cassino